a cura del prof. Roberto Santokh S. Cagliero
La pratica dello yoga in carcere risponde a varie necessità fisiche e mentali che la quotidianità dello stato di reclusione difficilmente riesce a soddisfare. Ci sono ovviamente problematiche ambientali, ad esempio l’abitudine a vivere in spazi ristretti, che finiscono per limitare un uso libero del movimento fisico. Chi vive in carcere sa che oltre una certa estensione ci sono ostacoli fisici che non permettono di andare.
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